giovedì 29 maggio 2008

Devi compilare il modulo



Eccomi di nuovo qui per raccontare una storia; una storia vera, che potrebbe apparire paradossale ma non lo è, perchè è vera, nonostante che possa apparire fantastica, ma non lo è, perchè è VERA...e basta!!
Allora siamo a Lecce...no aspettate, sono a Lecce, ero solo.
Sono a Lecce per l'appuntamento col professore di Letteratura Italiana, verosimilmente il relatore della mia futura tesi (speriamo). Giungo all'appuntamento in Ateneo alle 10.05, dopo aver girato mezza città nel tragitto tra la Segreteria Studenti e l'E.DI.SU. Benevolmente accolto dall'insegnante, giungiamo a definire l'argomento della (si spera) futura tesi, indi, incaricato di raccogliare il materiale suggeritomi dal suddetto professore e sparso tre le varie biblioteche universitarie, mi accingo a svolgere il compito. Ricordiamo che all'epoca dei fatti siamo intorno al 20 Maggio, e quindi il caldo si faceva ben senire, ahimè. Ed alla prima biblioteca si verifica una situazione che spero voi non dobbiate mai affrontare: il BIBLIOTECARIO AFFETTO DA AMNESIA...
Questo losco individuo si aggira furtivo, padrone del luogo, che conosce benissimo, ma lasciamo la parola ai protagonisti della vicenda, cioè il sottoscritto e questo pseudo-bibliotecario:

R:"buongiorno...senta, dovrei consultare alcuni testi..."
B:"mmm...deve prima compilare il modulo"
R:"va bene"

Intanto consegno i fogli indicanti il titolo e la collocazione dei 3 testi neccessari ed il bibliotecario (che da questo momento chiameremo B.)comincia a leggere...

B:"ti serve questo libro?"
R:"si, dov..."
B:"devi compilare il modulo"
R:"veramente lo sto facendo..."
B:"ed anche questo libro ti serve?"
R:"si"
B:"devi compilare il modulo"
R:"lo sto facendo"
B:"tutti e 3 i libri ti servono?"
R:"veramente si"
B:"devi compilare i moduli"
R:"LO STO FACENDO"
B:"...ma di dove sei tu?"
R:"...di Altamura...ecco compilati i moduli"
B:"ecco i libri"

Dopo averli consultati tutti e individuato le parti indispensabili per lo studio, il nostro eroe (cioè io) si accinge a chiedere il prestito dei manoscritti per il tempo necessario a fare alcune fotocopie, ma vediamo i personaggi all'opera.

R:"dovrei fare alcune fotocopie, mi servirebbero i libri in prestito"
B:"di dove sei tu?"
R:"di Altamura..."
B:"hai compilato il modulo?"
R:"si"
B:"ne manca uno...sicuro di averli compilati?"
R:"certo, altrimenti non mi avrebbe dato i testi"
B:"mmm...devi compilare il modulo"
R:"e va bene" -il protagonista compila il benedetto modulo-"eccolo"
B:"tu sei quello di..."
R:"di Altamura, si sono io"
B:"puoi portarti un libro alla volta"
R:"va bene"

Uscito dall'asfissiante colloquio con quell'uomo odioso ma non privo di una certa strisciante simpatia, mi dirigo alla copisteria più vicina per completare l'opera. Eseguite le prime copie, torno in biblioteca per restituire il documento e prelevare gli altri.

B:"tu sei quello di..."
R:"si sono quello di Altamura...mi servirebbero gli altri testi"
B:"hai compilato il modulo?"
R"...si l'ho compilato...vede sta lì?"
B:"a va bene...senti, puoi portarli entrambi i testi"
R:"grazie"

Dopo le stesse operazioni già spiegate per il primo testo, torno a discorrere con cotale uomo.

B:"tu sei di..."
R:"si, sono di Altamura, devo restituire gli ultimi due libri..."
B:"hai compilato il modulo?"
R:"SI, L'HO COMPILATO IL (CAZZO DI) MODULO!!!
B:"a va bene...ecco la carta d'identità,...ma perchè hai fatto le fotocopie, non potevi prenderti direttamente i libri?"
R:"e no...io sono di Altamura..."
FINE, per fortuna

mercoledì 28 maggio 2008

Capelloni si nasce

Dici che dobbiamo scrivere? va bene ci provo...azz, no mi spiace, ma devo andare dal barbiere. Non vi preoccupate, non li taglio, ma una spuntatina non farebbe male. Forse più tardi posso scrivere qualcosa.
Forse.
Più tardi.

martedì 27 maggio 2008

Dall'ombra sotto il sole

La foto è il mio nuovo sfondo del desktop: da sinistra, io, Rita, Raffaele, Pasquale, Michele e Gianni, che, poverino, viene coperto da Google Desktop, ma tanto io lo so che c'è, e va bene così.
Caspita, signori, qui si langue! Dove sono i bei post frequenti e lunghi dei bei tempi che furono? Dove i video musicali pallosi di Gianni? E dove i commenti idioti dei compagni tutti?
Vi dico dove sono sparito io (ok, lo sapete bene, ma fingete di no), nella speranza che, seguendo il mio esempio, si faccia avanti tutto ciò di cui sopra, che ancora si dà alla macchia.
Un infausto giorno il mio hard disk scelse di suicidarsi sulle note di un più o meno noto gruppo folk-prog-teatrale barese, e mi ritrovai senza computer: divenni l'ombra di me stesso, direbbe qualcuno. Il giorno dopo fu decisamente più bello (a buon intenditor, poche parole). Poi le elezioni, col triste risultato che sembra piacere a tutti, anche a quelli che dicono di avere molto da ridire. Tutti appoggiano, tutti contenti, tutti sicuri.
Io ho avuto un bel po' di tempo per meditare, leggere, camminare, e l'ho fatto. Ho meditato molto sulle scelte del passato recente e del futuro prossimo, rimuginando sugli errori (troppi) e compiacendomi delle cose buone (poche, è chiaro); ho letto un bel po' di libri che avevo sul comodino da tempo (Cent'anni di solitudine, Oceano Mare, Il visconte dimezzato, La grammatica di Dio, Leggere, scrivere disobbedire, Quando si nasce è sempre una roulette, e forse qualcos'altro che non ricordo, e ho in sospeso Underworld, Così parlò Zarathustra, Il barone rampante, Il cavaliere inesistente e Le metamorfosi) oltre a giornali e riviste, e ho camminato fino a distruggere le scarpe. E poi tanti concerti, tanti aperitivi di famiglia (questa la capiscono in pochi), tanti progetti sgangherati.
Ho lasciato la palestra: non mi serviva più. Ho speso una fortuna in ricariche del cellulare: non avevo più MSN Messenger. Ho tagliato i capelli: faceva caldo.
Insomma, non me la sono passata tanto male. L'unico lato negativo è che ho disimparato a scrivere. O forse è solo il momento sbagliato: tra quelli detti sopra e altri taciuti, i cambiamenti sono stati tanti, e il tempo per ambientarmi troppo poco; e scrivere, fuori luogo, non è possibile.
Gli amici, invece, per fortuna sono sempre lì.