martedì 31 luglio 2007

Ballad of a thin man



Sempre più spesso mi capita ormai di sopportare poco o niente coloro che mi stanno attorno, è una sensazione che si presenta ciclicamente, ma da un po' i limiti temporali nei quali questa situazione mi assale sono sempre più stretti. Sempre più spesso cioè reprimo il desiderio di mandare tutti a fanculo, compresi i miei migliori amici. Inoltre ho una dannata sensazione, sicuramente sbagliata, di indifferenza nei rapporti che intrattengo, cioè sembra che bisogna rimanere insieme, bisogna relazionarsi forzatamente per via di un'innata tendenza alla socialità (che invero non ho mai sviluppato particolarmente) priva però di qualsiasi supporto di umanità e "amicizia", una risposta alla paura di rimanere soli. Vivo quindi da tanto tempo in uno stato di profonda inquietudine, che a differenza di altri maschero con un comportamento che si potrebbe definire infantile e "da rompicoglioni" con il quale esprimo il mio disprezzo per determinati comportamenti e situazioni.
Certo questo post è un modo per sfogarmi, per attenuare la tensione e la "negatività" che emano adesso, ma sono comunque cosciente del fatto che quanto scritto sia un'esagerazione, e basta che ricordi quei momenti in cui mi sono trovato benissimo con alcune persone, poche in realtà, per ritenere che non sarò mai solo, che ci sarà sempre qualcuno su cui contare, e ai quali devo le mie scuse per quei comportamenti seccanti di cui sopra ;P.
E' incredibile cone scrivendo si stemperi la tensione e la rabbia accumulata in vari giorni, è una cura eccezionale, ora mi sento molto meglio.

domenica 22 luglio 2007

Tre briganti

sabato 14 luglio 2007

Racconto di un improbabile avventura alla scoperta dei segreti vaticani totalmente inventeti dallo scrivente, che non ha niente di meglio da fare.


Un giorno, parlando col professore di storia dell'arte moderna, espressi il desiderio di procedere all'elaborazione della tesi facente riferimento al ruolo della chiesa cattolica apostolica romana per la commissione e la determinazione delle linee stilistiche e tematiche principali per quanto riguarda le opere d'arte, e suddetto insegnante mi avviò felicemente in tale proposito concedendomi il suo beneplacito per la consultazione dell'altrimenti inaccessibile archivio vaticano.
Armato di buone intenzioni e 10 panini per il viaggio di 4 ore da Bari a Roma (ebbene sì, il mio sostentamento richiede quantitativi forse eccessivi di sostanze alimentari per una persona dalla struttura corporea esile come la mia), giunsi finalmente all'agognata meta, e solo allora mi resi conto di non sapere assolutamente dove fosse l'archivio. Per fortuna il provveduto professore si ricordò in tempo di darmi un suo contatto di Roma, che avrebbe dovuto condurmi, in virgiliana maniera, tra le tortuose strade del mio ardimentoso cammino nell'inferno della tesi e, soprattutto, delle strutture ecclesiastiche; tale personaggio credo dovesse essere un importante personalità di Chiesa, un sagrestano. Il giorno successivo, riposato e profumato, mi misi in contatto col contatto, affinchè potesse illuninarmi sulla via migliore per giungere lì dove dovevo giungere, e con mio sommo stupore e rabbia crescente, lo sentì dire:" Il Signore ti guiderà nella strada...". Riacquistata la calma, lo ricondussi a ragione spiegandoli che molto probabilmente questo signore aveva faccende più importanti di cui occuparsi, e lo convinsi a raggiungermi all'albergo ove alloggiavo per poi guidarmi.
Dopo una mezzoretta di cammino tra le meraviglie dell'Urbe, finalmente arrivai all'archivio, in territorio straniero. L'imponente scalinata che conduceva alla libreria credo fosse costruita con lo scopo di suscitare timore reverenziale nel viandante, e tale fu l'effetto che provocò la sua vista, ma la forza di volontà questa volta non cedette ed entrai attraverso quel maestoso portone in legno.
Una sala immensa mi apparve d'avanti con un numero considerevole di tavoli e sedie disposti in ordine e sulla base di non so quali superiori calcoli matematico-geometrici, mentre su entrambe le pareti campeggiavano enormi librerie colme di volumi, intervallate da ampie e alte vetrate decorate con scene bibliche. Ogni libreria conteneva volumi ordinati a seconda l'argomento, dalla A alla Z: io avrei dovuto arrivare alla S (per Storia dell'arte) e all V (per Vaticano, non vendetta).
Mentre procedevo per raggiungere la sezione che m'interessava mi chiesi scherzosamente se ci fosse stata la zona Segreti del Vaticano che i laici non dovrebbero mai, mai, MAIIII scoprire e, arrivato alla S, poco prima di giungere a Storia, fui attirato da una scritta un po' cancellata ma ancora leggibile: Segreti del Vaticano che i laici non dovrebbero mai, mai, MAIIII scoprire.
Mi guardai intorno con fare sospetto e prendendo i primi volumi presenti, mi accomodai al tavolo antistante e iniziai a leggere.
Scoprii che diversi pontefici organizzavano orge/lotte tra prostitute romane, anziani e cani randagi, cui sovente partecipavano gli stessi alti prelati; che molti papi avevano figlie illegittime che divenivano loro amanti e poi vennero le notizie più agghiaccianti.
Il vero nome di Pietro era San Pietro Lenin, avo dell'altrettanto famoso Nikolaj (ecco il vero motivo della nascita di S. Pietroburgo) e il suo scopo era quello di realizzare, con la copertura di un nuovo tipo di società, la Chiesa, che avrebbe dovuto inserirsi perfettamente e senza traumi nei meccanismi di quella vigente, una rivoluzione totale col fine ultimo di raggiungere l'anarchia civile, e, conseguentemente, di sfruttare la situazione di confusione per conquistare il mondo e porsi come capo assoluto. Il modo migliore era quello di affidare il compito di fomentare le genti ad un personaggio populista e dall'aspetto un po sessantottino e trasandato, un certo Gesù Cristo, a capo di una pericolosa organizzazione, la banda dei 12, con la quale girava per le città gabbando la gente con miracoli e con una capacità oratoria impressionante e coinvolgente, che si definiva "divina". Conquistato alla causa di Lenin, iniziò a parlare di un mondo migliore, che premia i deboli, gli indifesi e i lavoratori, e non chi fa soprusi e furti.
Ancora venni a sapere che fu quella parte della Chiesa conservatrice e "di destra" (una fazione che si era separata dalla componente centrale per sfruttare la grande popolarità di cui ormai l'istituzione godeva per estendere un proprio capillare controllo su tutta la società, senza però rovesciarla) a decidere per la morte di Cristo. Una diatriba interna tra clan, insomma.
Colpito dalla notizia e senza pensarci 2 volte, mi prodigai per diffondere la notizia a quante più persone, ma in quell'istante sentì sbattere violentemente il portone d'ingresso e alzando gli occhi, vidi una schiera di uomini incappucciati vestiti di bianco procedere verso di me. Un brivido mi attraversò la schiena. Non sapevo cosa fare. Non riuscivo a pensare a nessuna soluzione, e intanto questi uomini misterionsi si avvicinavano. Quello che presumo fosse il capo si staccò dagli altri e mi si piazzo di fronte. Era alto e robusto. Sul cappuccio aveva ricamato in oro una croce latina:
"Chi sei e cosa stai facendo?!"
"Io...io...sono il papa"
"Non fare lo spiritoso, non sei nelle condizioni" si tolse il cappuccio e due occhi grigi mi osservarono a lungo e profondamente. Una sensazione di angoscia improvvisamente mi assalì. Non riuscivo a respirare. Un nodo alla gola mi impediva di farlo.
"Prendetelo!" ordino ai suoi scagnozzi, poi rivolgendosi a me "credo proprio che rimarrai nostro sgradito ospite per molto tempo". Poi una risata tetra attraversò la stanza.
"Dove stiamo andando, amici cari?"
"Ti portiamo dal sommo padre, e non chiamarci amici!"
"uu...che bello, spero ci sia qualcosa da mangiare; ho proprio fame"
Passando per il colonnato del Bernini che accoglie la stupenda piazza della basilica di S. Pietro, sentì della musica provenire dal centro di detta piazza: erano i P.O.D. con il loro rock cristiano, che intrattenevano una folla di boy scout e suore e frati scatenati
"bah, rock cristiano, che inventeranno adesso, i medici dei denti?"
Finalmente mi portano dal papa, il sommo padre.
"ehilà, caca-Cazzingher! Come butta, bello!"
"non le confiene skerzare, sa?"
"si, me l'ha detto poc'anzi il suo scugnizzo. Beh? non c'è niente da mangiare? Io ho fame!"
"non si rifolga a ma con cvesto tono!"
"e daai, un po' di carità cristiana, lei dovrebbe averne in abbondanza, o no?"
"Nein!"
"Si vede proprio che è stato molto vicino all'esercito nazista, ma non si vergogna nemmeno un po'? Va beh, che dice Dio? Ci sono novità? Lei dovrebbe saperlo no, non è il suo interprete?"
"Ich bin il suo vicario terreno"
"ma vaa, non lo sapevo, e si guadagna bene?"
"finiscila!"
"ma gradirei del cibo, che ne dici di 2 strozzapreti?"
"il tuo Dio dev'essere proprio simpatico, dice le barzellette? Posso parlarci tramite te? In fin dei conti sei il pupazzo di Dio-ventriloquo"
"Noo, sono il vicario terreno!"
"madòò, come sei permaloso, va bene, non lo faccio più, senti, mi porti a fare un giro nella papa-mobile? Dev'essere proprio bella, c'ha il frigo-bar incorporato?"
"ok, portatelo via, e schiaffatelo nelle segreten più segreten!"E mentre mesto mi conducevano nelle prigioni papali (la Chiesa con le prigioni, alla faccia del messaggio di fratellanza e pace!), sentì un boato assordante provenire dai piani superiori.
Era successo, in pratica, che il professore a cui stavo inviando le notizie top secret, preoccupato per l'interruzione brusca dello scambio delle stesse, avesse messo all'erta le autorità, e dopo varie ricerche, non so come, lo Stato era riuscito a sapere che le autorità della Chiesa avevano rapito la mia persona, e di conseguenza intimò il Vaticano di lasciare libero un cittadino italiano: cioè era scoppiato un caso diplomatico. Al rifiuto del papa di esaudire le richieste, l'esercito italiano non esitò ad assediare il piccolo Stato pontificio e, subito, iniziò il bombardamento, per la mia infelicità.
Dopo circa 4 ore di assedi e bombardamenti costanti, cui le guardie svizzere coi loro risibili picchetti non potevano rispondere, il papa incazzato come una bestia scese nelle segrete:
"Liberate quel rompicolioni!!"
"Santo padre, le sembra un linguaggio che si addice ad una persona graziosa e filo-nazista come lei?"
"ya!!"
"In ogni modo, la ringrazio molto per l'ospitalità, caro Mazzingher, a mai più rivederla"
E mentre io uscivo vittorioso da San Pietro e mi avviavo solitario e pensieroso verso la stazione per tornare a casa, i P.O.D. vennero arrestati per aver detto "puzzolenti" in un loro pezzo, riferendosi ai piedi del Battista che camminava scalzo per giorni nel deserto.
Rientrato, decisi che sarebbe stato saggio non rivelare quei segreti, e caddi in un lungo sonno ristoratore.
Il giorno seguente fui prelevato a forza da casa e condotto in una nota trasmissione televisiva per parlare dell'accaduto. Bombardato dalle domande, per lo più idiote, del conduttore, dopo 30 minuti circa mi alzo in piedi urlante, e imbracciato il fucile mitragliatore lanciatomi da Jabbervock infiltratosi nel pubblico, iniziai a sparare su tutto e tutti, coadiuvato dallo stesso J. che non celava i suoi intenti anarcoidi cantando "London bridge is fallin' down" mentre sparava, e mentre dai corridoi echeggiava la risata inconfondibile, seguita da numerosi spari, di Killian.
Entreremo nei libri di storia, cazzo!

giovedì 12 luglio 2007

Tutti pazzi per la saponetta culo/faccia


Io preferisco di gran lunga il sapone liquido, perché schiacciare la testa del barattolo è una cosa che - sembrerà scemo, lo so - mi fa divertire, e tentare di tenere in mano una saponetta bagnata è una cosa che invece mi fa innervosire, ma so che c'è chi non riesce ad abbandonare la tradizionale saponetta.

Bene, ho scoperto che esiste un prodotto che costoro certamente non potranno non trovare interessante: la saponetta culo/faccia.

Dovete sapere che è scientificamente dimostrato che sotto la doccia 9 persone su 10 non sanno riconoscere la parte di saponetta con cui si sono insaponati il culo, e potrebbe essere la stessa con cui si lavano la faccia. La saponetta culo/faccia sembra risolvere il problema, grazie alla scritta CULO sulla parte destinata al culo, e la scritta FACCIA sul lato con cui ci si può lavare la faccia senza più alcun timore. Inoltre la colorazione differente marrone/bianco delle due facce della saponetta permette di continuare a distinguere i lati anche quando la scritta sarà diventata illeggibile per via dell'usura.

Un'idea geniale e un prodotto che certamente finirà col diventare indispensabile per chi ama le saponette ma vuol essere sicuro di non lavarsi la faccia usando il lato della saponetta che ha strofinato dove non batte il sole, perché ricordate, la filosofia orientale ci insegna che anche le cose che amiamo di più, anche quelle che ci sembrano così belle da sfiorare la perfezione, hanno un lato negativo, uno yin e uno yang. Il bene e il male sono l'essenza di ogni cosa.

Con la giusta consapevolezza di questa importante verità, auguro buona doccia a tutti. Ciao.

martedì 10 luglio 2007

Qualche parola per spiegare che la breve distanza tra oggi e domani sembra impossibile da colmare, e questo è il mio solo tormento; ma sta per finire


Ormai quel che è fatto è fatto: ho finito di studiare, ho ripetutto alla meno peggio sfogliando le pagine a tre a tre e mi sono anche un po' stancato di tenere i libri sulle gambe (studio su un divano); non ho paura di sostenere gli esami di domani, non sono teso, né temo per la solidità della mia preparazione: so quali sono le mie lacune, ma so anche di non poterle colmare; non ho fame, sono insensibile al caldo, ho in testa solo una canzone di Battiato che non ha nulla a che vedere con le piccole cose quotidiane che punzecchiano e interferiscono nell'immediata contingenza della mia vita attuale, guardo contraddittoriamente il letto con crescente desiderio misto ad equivalente repulsione, vorrei riposarmi in piena attività, e mi rimane solo un muro duro da sfondare per avere a disposizione qualche giorno di tranquillità: è solo questione di tempo, perché, qualunque sia l'esito, devono solo girare un po' le lancette e suonare un po' le campane: solo qualche ora ci separa da domani pomeriggio.

Sono un condannato a morte che percorre l'ultimo miglio appesantito solo dal ricordo della pressione della consapevolezza di stare per morire: la mia mente è già arrivata oltre, e sul mio viso la carne è dura, ma non trema. Voglio solo sedermi e farla finita.

Non azzardo previsioni sugli esami, non ho idea di cosa possa succedere domani. Solo questo: nel peggiore dei casi, esiste un modo per portare avanti simultaneamente due scioperi fiscali?

domenica 8 luglio 2007

Steve Bailey - Moonrigde/Potpourri

venerdì 6 luglio 2007

Oesais vs. Oasis



Senza parole, questa si che è arte.

Solfrizzi e Stornaiolo, tornate insieme! Io sono cresciuto con Teledurazzo e Televiscion et similia, non potete privarmi di una così importante fetta della mia giovinezza; anche se l'invenzione più alta, sublime, non è negli Oesais, o in Scamarcio, o in Mino Pausa, comunque personaggi fondamentali, ma nella sigla iniziale di Teledurazzo, con quel Meraviglioso di Domenico Modugno che accompagna le suggestive immagini dello sbarco degli albanesi a Bari su quella nave enorme, alcuni dei quali cadevano esanimi dall'imbarcazione a pochi metri dalla riva. Solo che in quell'occasione la Puglia, se ben ricordo ma non ne sono sicuro, rispose alla grande (forse il termine è un po' esagerato), con uno spirito di solidarietà che adesso sembra dissolto nel nulla.

Non mi sembra difficile capire che siamo più vicini a questa gente piuttosto che ad un qualche stronzo razzista del nord-Italia che ci disprezza. Ma il post vuole essere giulivo e quindi mi fermo qui.

P.s.: qualcuno riesce a trovare la sigla iniziale di Teledurazzo? Era veramente eccezionale

Equilibrio precario


quanto manca alla fine di questa tortura poco mi pare però sembra non passare mai il tempo mentre ripetutamente suona ripetutamente devo studiare geografia teatrale brecht dario fo christaller weber von tiunen come cazzo si scrive non mi va di cercare le acca e le umlaut vaffanculo ripetutamente charlie chaplin era un cazzo di genio anche solo per quella faccia che c'aveva e la deissi è la componente basilare delle reti di trasporto semantico drammaturgico ripetuta br br ripetutamente le lucine che lampeggiano e indicano connessione ripetutamente e l'arancione onnipresente insieme al verde si alterna al grigio e il marrone dell'armadio è la cosa più bella che mi possa venire in mente in questo momento il marrone dell'armadio il marrone dell'armadio il marrone dell'armadio il marrone dell'armadio il cazzo c'è sciannameo stasera c'è sciannameo al murgia film festival a gravina cazzo ci voglio andare anche se fondamentalmente dovrei essere disinteressato alla cosa il libro è bello e la presentazione la voglio vedere e poi ci voglio parlare dopo la presentazione per chiedergli quell'altra cosa piripì piripì piripì un cavo scollegato che comporta il consumo della batteria mi ricorda che il tempo a mia disposizione non è infinito ma posso averne a volontà collegando il cavo ma non voglio collegare il cavo perché ciò significa smettere di scrivere e smettere di scrivere significa interrompere il flusso e cioè distruggere quanto finora creato che sicuramente è una cosa più costruttiva che sapere che la semiotica del teatro e la geografia della comunicazione possono essere interagenti fai diventare di più il suo cum come se sapessi che cazzo è il cum e le cozze fanno bene al fegato e la luce blu fa male alla testa a differenza di quella più piacevole e azzurrina che simula l'alba nel film di kubrik tratto da doppio sogno di schnitzer se non ricordo male o comunque un austriaco con la S come cazzo si chiamava il film non mi ricordo c'era tom cruise di scientology e la moglie la exmoglie quella bella come si chiama nicole kidman eyes wide shut era il film insomma c'era quella luce azzurrina quasi sempre ed era bellissima perché è la stessa luce che vedo quando mi sveglio nel cuore della notte con gli incubi geodrammaturgici e penso no no no no no no no no no no no no non è possibile non si può non si può nun ze pò e invece ze pò perché succede e allora ho il terrore di aver perso neuroni da qualche parte e di non essere più in grado di recuperarli o forse è impossibile recuperare neuroni perduti e nessuno è in grado in ogni modo mi sento stupido e non so più neanche usare la punteggiatura quindi è meglio chiudere qui,

giovedì 5 luglio 2007

Eric Clapton - Cocain

Stanco morto


Dopo le peripezie che il 2 luglio mi hanno portato da Lecce ad Arnesano per sostenere l'esame di Storia e critica del cinema (la prima domanda è stata su Taxi Driver: immaginate come è finita...); neanche il tempo di riposare che sono stato obbligato a rimettermi sui libri per sostenere l'esame di metodologia del 5 luglio, cioè oggi, del quale ben poco era comprensibile. Dopo la lettura del testo più la consultazione di un altro testo per capirlo più l'integrazione con un altro libro ancora per arrivare ad un discorso più o meno decente, mi convinco che sono pronto alla prova.

Il 5 luglio la sveglia delle 8.15 costringe ad alzarmi (fortunatamente l'esame è alle 10.00); bevo del latte con il caffè, anzi, del caffè con un po' di latte, che faceva anche schifo, pulisco la cucina, pulisco il bagno, butto la spazzatura, finisco di preparare la valigia e alle 9.30 sono pronto per partire. Armato di occhiali da sole alla John Lennon, o quasi, m'incammino verso la mia meta con apparente sicurezza. Percorro via Diaz e il viale dell'università e arrivo all'obelisco interposto tra via Taranto e porta Napoli, dopodichè mi fermo: all'orizzonte, sulla mia sinistra, vedo il portico tetrastilo sulla cui trabeazione è la maestosa scritta, che in quell'istante mi pareva forgiata col sangue: "PER LA PACE DELLE UMANE OSSA RISORGITURE": era l'accesso del cimitero, al cui fianco sorgeva l'edifico ove avrei dovuto sostenere l'esame, l'ex monastero degli Olivetani. In quell'istante mi appare, come in una visione, il volto del professore che ride sbeffeggiandomi. "Pensi che non ci sia storia, che per te si risolva tutto in gloria: ci penserà el Raffo a farti passare la boria!". E mentre nei miei occhi splendea la fulgida stella dell'italica determinazione, con passo deciso m'incamminai verso il plesso. Fiancheggiato il portico, varco il cancello d'accesso dell'edificio, percorro il viale i cui arbusti mi sbattevano simpaticamente i rami in faccia non appena si alzava il vento, e arrivo all'ingresso, dove sulla parete è un foglio strano con su scritto qualcosa, mi avvicino e leggo:

"PER ME SI FA NELLA CITTà DOLENTE
PER ME SI VA NELL'ETTERNO DOLORE
PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE
MUSSI MOSSE MIO ALTO FATTORE
PERDETE OGNI SPERANZA
VOI CH'INTRATE".

Era il simpatico biglietto di presentazione del professore, e in quell'istante la mia stella si tramutava in un faro. Superata la porta, mi scopro a proporre compromessi a me stesso: "speriamo che non mi chiede la pittura del trecento nè Tiziano". Fiancheggio la portineria, alcune stanze e, giunto di fronte alla biblioteca, svolto a sinistra; la mia aula è l'ultima a destra del piano terreno, al fianco delle scale che portano al primo piano. Giunto lì, trovo altra gente desiderosa come me di martirizzarsi; scambiate le 4 chiacchiere di rito, dopo 5 minuti scarsi arriva il professore ed inizia l'appello: sorpresa!! il mio nome non compare. Cominciamo bene, penso: "professoree..."
"manca qualcuno?" chiede il guardiano dell'inferno
"si", e dopo un paio di nomi, non faccio a tempo a pronunciare il mio che l'emissario di Satana mi precede, con un ghigno sadico stampato sul viso:"Tu sei Giustino, vero?"
"S-si, sono io".
"Va bene" e mette i nostri statini all'inizio (quando di solito quelli che si aggiungono dopo sono matematicamente declassati alla fine).
Dopo aver insultato i 2 quadriennalisti presenti per la loro insistenza a rimanere tra queste ormai familiari mura, l'esame ha inizio proprio da loro, quindi tocca hai triennalisti...ed io sono il secondo, cazzo!!
Dopo che la prima dopo un paio di minuti viene cordialmente invitata a ritornare una prossima volta, arriva il mio turno, e il faro si è trasformato in una lampadina
"Giustino!"
Spero che non mi chieda il '300 e Tiziano, spero che non mi chieda il '300 e Tiziano...
"Allora, parlami del '300, cioè di Lorenzo Veneziano e Guariento, e poi di Tiziano"
E che cazzo, penso.
Fulminata la lampadina e improvvisate le risposte, mi chiede ancora il Tiepolo e, infine, Canova...
ma il testo si chiama viatico per 5 secoli di PITTURA veneziana, che cazzo centra uno scultore??
Vorrei chiederlo, ma la mia situazione è già un po' compromessa e desisto.
"Ti vedo un po' confuso..."
Vaffanculo
"Non posso metterti più di 25..."
"Va bene...Buon giorno..." e vaffanculo!
Firmo, prendo il libretto nuovamente ed esco fuori, respiro profondamente....finalmente la libertà!

E adesso fino a lunedì, non faccio un niente!!

It's only rock and roll



rileggendo il post denigratorio nei confronti della presunta mancanza di arte nei video che ho postato, volevo ricordare solamente che la filosofia del blog non era quella di postare solamente delle opere d'arte, ma questa avrebbe dovuto essere un "area di servizio" appunto dove potersi svagare e riportare qualsiasi stronzata con l'unico fine del divertimento(se dovessimo postare solo opere d'arte bisognerebbe vedere se anche i testi che si sono scritti in precedenza sono altrettanto altezza di quest'appellativo a questo punto). Con questo non voglio aprire un'ulteriore polemica, ma ci tenevo a precisare che secondo me la critica del post "semantica e sintassi" è fondamentalmente inutile (che sia giusta o meno!).
PS:questo commento è stato scritto in questo nuovo post poiche non volevo interrompere il singolar tenzone che si sta disputando tra me e David R sulla arte e la musica. e poi perche ripeto con questo post non volevo aprire un' ulteriore polemica inutile da protrarsi all'infinito.Ognuno ha detto la sua.

lunedì 2 luglio 2007