domenica 3 giugno 2007

Galconde

Golconda, golconda, l'anima sprofonda;
golconda, golconda, la grande baraonda....
Chi non ha mai letto una frase del genere? Cioè, chi della MIA generazione non ha mai letto nulla di simile? So che da qualche parte c'è più di uno sciagurato che non ha mai sfiorato nemmeno un Dylan Dog, ma io non lo considero un mio pari.
Nonostante che il pacifismo sia uno dei miei assunti comportamentali fondamentali, credo proprio che, se qualcuno per la strada dovesse mai chiedermi, in una circostanza del tutto fortuita ed immaginaria:"ma Tiziano Sclavi fa il calciatore, vero?", gli tirerei un bel pugno sul naso. Idem nel caso di Angelo Stano.
Non so perchè sto scrivendo un post su Dylan Dog, non lo so e non voglio neanche saperlo; diciamo che voglio fare un omaggio ad un fumetto che ha accompagnato i miei anni di crescita e formazione con i suoi scenari metafisici e le sue storie surrealiste.
Tra gli episodi che più preferisco, c'è sicuramente quello cui il quadro si riferisce, che per la precisione è del belga Renè Magritte, guarda caso pittore surrealista, e il titolo è Galconde (e non Golconde, come qualcuno potrebbe pensare...) ed è del 1953.
Un bel quadro inquietante, no? Con questi uomini che rappresentano la quint'essenza della borghesia ritratti in una situazione del tutto anormale ed imprevedibile; e sta proprio qui l'inquietudine, nel fatto che la normale quotidianità di gente inserita in un sistema che li vuole ligi solo al proprio dovere ed incapaci di vivere, possa ad un tratto finire, e quindi chiunque può smettere di essere solo un numero o un mestiere e può iniziare ad essere una persona, con i suoi bisogni e le sue pulsioni irrazionali, la sua volontà inconscia di essere libero da condizionamenti, imposti da altri e da se stessi.
Almeno la mia opinione a riguardo si struttura pressapoco così, e poi chiunque è libero di dare il significato che vuole, dal momento che l'interpretazione di qualcosa non segue schemi prestabiliti.
E mi sono accorto anche che sono andato ben al di là del tema che mi ero prefissato di trattare, e ciò non può che rendermi relativamente contento, perchè così non ho seguito un ordine chiaro e......a dirla tutta, non so cosa io stia facendo; spero solo che rileggendo possa capire quello che avevo intenzione di scrivere all'inizio....ok, basta così, è proprio vero che studiare qualcosa che riguarda l'economia fa male.
Comunque sia, dite anche la vostra sull'episodio di Dylan Dog che più vi ha attirato. A buon rendere.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

amo il modo di fare fumetti italiano ... ha molto piu stile !!!

Raffo ha detto...

concordo, gianni, altro che manga giapponesi...che comunque hanno una loro ragion d'essere.

DRC ha detto...

Mmm... Come sempre, generalizzare è sbagliato. Ci sono fumetti di qualità e fumetti scadenti, italiani (europei), giapponesi, americani. E i fumetti medievali, poi...

Dylan Dog è senza dubbio un fumetto di qualità, o almeno lo è stato (è un pezzo che non lo compro più), e la storia che preferisco è Memorie dall'invisibile. I motivi sono innumerevoli, innanzitutto direi la liricità della storia, e poi le grandi implicazioni filosofiche di quel "Perché no?", e l'invisibile, l'alienato, che in questa storia più che nelle altre (perché è un tema molto ricorrente - direi costante - in DD) è reso con estrema potenza narrativa e visiva (pur essendo invisibile, ah ah ah!).

E comunque, il miglior fumetto italiano di sempre è Rat-Man.

Anonimo ha detto...

RAT-MAN forever!!!

Anonimo ha detto...

Avet notato il mio nick name?
Concordo cn Davide: grandi Memorie dall'invisibile (poetico), Il Male (senza speranza) e il num 200 (storico).
Felix DYD666

Anonimo ha detto...

cmq sono anche cresciuto cn Topolino, Braccio di ferro, Geppo, nonna abelarda, Nathan Never Zagor, Tex, Mister No, Lazarus Ledd e Legs.Ma quanti cazzo di soldi avrò speso?
Felixdiprima

Raffo ha detto...

Mi sento in dovere di citare un'autorevole testo, quale è Corto Maltese di Hugo Pratt....merita